venerdì 28 marzo 2008
venerdì 15 febbraio 2008
Pareto: dall'economia alla sociologia


venerdì 1 febbraio 2008
Definiamo il commercio equo e solidale...

Proviamo a dare una definizione
Il Commercio Equo e Solidale (FAIR TRADE) viene definito dalla Carta dei Criteri come un approccio alternativo al commercio convenzionale .
"Il Commercio Equo e Solidale promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica. Il Commercio Equo e Solidale è una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, lavoratori, Botteghe del Mondo, importatori e consumatori".
Il suo scopo è riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l'accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati, attraverso una più equa distribuzione dei guadagni.
Ma quali sono i principi del Commercio Equo e Solidale?

un prezzo "equo" e' il prezzo che viene pagato per un prodotto (alimentari,artigianato, ecc) tale da consentire ai lavoratori e alle loro famiglie il soddisfacimento dei loro bisogni e una vita dignitosa. Questo significa che i lavoratori del commercio equo e solidale non sono sfruttati o sottopagati, come avviene solitamente nel commercio tradizionale.
Un prezzo GIUSTO che viene stabilito, tra l'importatore e i produttori stessi, perche' nessuno sa meglio di loro qual e' la giusta retribuzione.
Nel commercio tradizionale questo obiettivo e' ostacolato dalla presenza di commercianti locali ed internazionali che esercitano una mediazione strangolatrice. La soluzione proposta dal commercio alternativo e' di distribuire prodotti comprati direttamente dai contadini e dagli artigiani, senza intermediazioni speculative.

Una organizzazione che fa parte del circuito del commercio equo e solidale garantisce ai propri lavoratori un ambiente salubre, dove sono garantite le norme di sicurezza. Non esiste discriminazione sul lavoro di gruppi della popolazione e non viene accettato lo sfruttamento del lavoro minorile.

I produttori sono di solito riuniti in organizzazioni attente alla partecipazione decisionale da parte di tutti i lavoratori (le cooperative, ad esempio),e cio' li responsabilizza. Anche nelle retribuzioni non ci sono grosse divergenze fra i vari ruoli nell'organizzazione.

Quando il produttore viene in contatto con l'importatore, al momento dell'ordine viene anticipato circa il 50% del pagamento complessivo. Questo avviene per favorire una maggiore ottimizzazione del lavoro locale: la merce, i mezzi di trasporto, il pagamento degli operai, ecc.
Con questo prefinanziamento, tanti gruppi di artigiani non sono tagliati fuori dal mercato (qual e' la banca che fornisce finanziamenti a chi offre poche garanzie ?) e possono intraprendere attivita' produttive per lo sviluppo locale.

Si privilegiano lavorazioni non inquinanti e biologiche, il piu' possibile naturali e con poca industrializzazione meccanica. Quando possibile viene usato anche materiale riciclato.

Forte impatto sociale positivo, redistribuzione delle risorse a beneficio della comunita' locale: ad esempio per la costruzione di scuole, strade, ospedali, o per i miglioramenti dei metodi di produzione.

Il commercio equo e solidale fornisce ai consumatori approfondito materiale documentativo, affinche' ogni acquirente finale sia consapevole ed informato sui suoi acquisti (chi sono i produttori, come e' composto il prezzo, ecc).
venerdì 25 gennaio 2008
commercio equo e solidale
Con Commercio equo e solidale si intende quella forma di attività commerciale, nella quale l'obiettivo primario non è la massimizzazione del profitto, bensì la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche, politiche o sociali.
È, dunque, una forma di commercio internazionale nella quale si cerca di garantire ai produttori ed ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso, e si contrappone alle pratiche di commercio basate sullo sfruttamento che si ritiene spesso applicate dalle aziende muotinazionali.
Le regole
Il commercio equo-solidale interviene creando canali commerciali alternativi a quelli dominanti, al fine di offrire degli sbocchi commerciali a prezzi minimi a coloro che producono in condizioni ritenute più sostenibili.
I principali vincoli da osservare sono i seguenti:
- divieto del lavoro minorile
- impiego di materie prime rinnovabili
- spese per la formazione/scuola
- cooperazione tra produttori
- sostegno alla propria comunità
- creazione, laddove possibile, di un mercato interno dei beni prodotti
- prezzi minimi garantiti (determinati in accordo con gli stessi produttori)
- quantitativi minimi garantiti
- contratti di lunga durata (pluriennali)
- consulenza rispetto ai prodotti e le tecniche di produzione
- prefinanziamento
Altri prodotti agricoli sono: il miele, l'orzo, la frutta secca (anacardi, uvetta, mango), infusi (karkadè, camomilla, menta), spezie (pepe, cannella, chiodi di garofano, noce moscata) le banane e altri.
Questi vengono trasformati in: cioccolata e cioccolatini, torrone, caramelle, biscotti, crema di nocciole, bibite solubili, succhi di frutta, muesli, ecc.
La produzione biologica sempre più presente tra i prodotti alimentari è dovuta da un lato alle scelte dei consumatori del Nord per un cibo più sano, ma anche per evitare ai contadini e operai di esporsi a prodotti nocivi per l'uomo e per motivi di salvaguardia dell'ambiente. A volte sono gli stessi contadini a decidere per l'agricoltura biologica quale tecnica tradizionale di coltivazione.